Ai tempi di Shakespeare, anche le parti femminili venivano interpretate da uomini. Il primo attore a recitare nei panni di Giulietta si chiamava Robert Goffe, e aveva 17 anni. Era il 1579, le donne in Inghilterra non erano neanche ammesse a teatro come spettatrici, di farle recitare non se ne parlava proprio.
Nel resto del mondo occidentale non andava tanto meglio, e in ogni caso la presenza femminile, sia nelle platee sia sul palcoscenico, non era vista di buon occhio. Frequentare gli ambienti di spettacolo era sufficiente per essere considerate prostitute.
Il personaggio di Otello è stato spesso affidato ad attori bianchi anche se, nell'omonimo dramma, Shakespeare suggerisce che si tratta di un uomo di carnagione scura, senza però specificarne la provenienza. È genericamente un "moro", definizione vaga che a quell'epoca indicava chi viveva in nord Africa, Sicilia e Spagna.
Francesca Amewudah-Rivers è il nome di un'attrice e musicista nera che è stata scritturata per recitare nella parte di Giulietta in un nuovo allestimento di “Romeo and Juliet” a Londra. È giovane e sembra sia molto brava, un talento emergente a cui è stata offerta una grande occasione.
Ma una tempesta di critiche e insulti si è abbattuta sulla ragazza. Giulietta non poteva essere nera, dicono i denigratori, perché quando si svolge l'azione, intorno al XIV secolo, non ci potevano essere fanciulle di pelle scura a Verona, e figuriamoci poi di buona famiglia
A parte il fatto che Giulietta probabilmente non è neanche mai esistita, e insieme al suo Romeo è solo un'invenzione drammaturgica, ma se anche un giorno dovesse venire fuori un'evidenza storica, per quale motivo una donna nera non dovrebbe poter portare sul palcoscenico la figura struggente di una ragazza imnamorata?
Lo scopo del teatro non è l’accurata ricostruzione storica - pensiamo a come i registi ambientino testi classici in epoca contemporanea. Non è neanche la riproduzione meccanica della realtà.
Ricordo io stesso di aver recensito qualche anno fa una straordinaria Maddalena Crippa nel ruolo di Riccardo II.
Ciò che si chiede a un’attrice o a un attore è di riuscire a esprimere in maniera convincente l’umanità del personaggio filtrandola attraverso la propria. Per fare questo bisogna essere bravi, non necessariamente bianchi, neri, uomini o donne.
Esempi di travestimento, scambio di genere, salti temporali e inversione di ruoli sono comuni nell’ arte drammatica. Nel teatro del nostro tempo non ci dovrebbero essere pregiudizi. Se ci sono, allora è probabile che sia teatro di scarsa qualità.
Sicuramente, tra quelli che hanno sollevato il polverone sulla Giulietta nera spiccano soprattutto soggetti che di pregiudizi ne hanno parecchi. Gli altri invece devono essere poco abituati a frequentare i teatri, o forse ogni tanto ci mettono piede senza però capire esattamente dove si trovano, come ad esempio Massimo Gramellini.
Il teatro del resto è un posto abbastanza misterioso: ti siedi lì insieme a tante altre persone e, improvvisamente, davanti ai tuoi occhi, un gruppo di sconosciuti comincia semplicemente a vivere, a occuparsi delle sue faccende, e a un certo punto ti accorgi che quelle faccende riguardano anche te.
Se chi sta sul palcoscenico sa fare il suo mestiere, resterai col culo incollato alla sedia senza fiatare per un paio d'ore, riderai, ti verrà da piangere, ti farai delle domande, e potresti anche avere delle rivelazioni. Ti importerà poco dell'aspetto fisico degli interpreti, sarai più coinvolto dal magnetismo, dalla carica emotiva, dalla loro autenticità.
Alla fine li applaudirai non tanto per i costumi che indossavano e per i personaggi in cui si sono immedesimati, ma per come ti hanno fatto sentire. Questo è il teatro.
Jessye Norman ha cantato Habanera ed è stata la Carmen più meravigliosa che abbia mai visto. Tuttavia, non ha mai potuto interpretare il personaggio in un'opera perché era nera. Le opere d'arte che ci toccano, lo fanno perché hanno qualcosa di universale. L’etnia, il colore della pelle, non dovrebbero nemmeno essere un argomento importante. Le questioni che ci riguardano non dipendono da questo. Ma, finché gli esseri umani saranno così miseramente prevenuti, una riflessione come la tua sarà fondamentale.
Grazie. Concordo sulla riflessione. Ampliando la cornice del discorso, la finzione purtroppo impera in molti campi, spostando l'attenzione da ciò che ha valore, criticando senza sosta per prese di posizione. So di non aver detto nulla di nuovo, purtroppo è così.
Più se ne parla, più azioni vere si fanno, più possibilità abbiamo di cambiare la cosa. Magari a lungo termine: le cose giuste e buone vanno iniziate.
Restringendo di nuovo la cornice.... Si dice che Romeo e Giulietta siano esistiti e fossero ...Friulani!!!! Anzi, Furlani😉